Prendo spunto da un’interessante osservazione di Fabrizia Nigrotti, educatrice cinofila e studiosa in provincia di Asti. Indizio:
Molti dalmati si chiamano PONGO o PEGGY (La carica dei 101).
Fra i Golden Retriever il nome prevalente è MARLEY (Io e Marley).
I Jack Russel si chiamano spesso MILO (The Mask).
Tanti Akita vengono chiamati HACHIKO (dal film omonimo):
Vi sono poi molti REX fra i Pastori Tedeschi (dalle serie del famoso commissario).
Per gli Husky i nomi dominanti sono BALTO e TOGO (sempre film omonimi).
I più anziani ricorderanno le centinaia di Collie chiamati LASSIE (Torna a casa Lassie). E così via.
Presto uscirà nelle sale “Io e Lulù”, dove il protagonista è un Malin o Pastore Belga, che di sicuro farà crescere le richieste di questa razza e vedrete che tante femmine si chiameranno LULU’.
OK. Evidentemente l’Industria Cinematografica condiziona i gusti delle persone nello scegliersi il cane da possedere. Beh… Non ci sarebbe nulla di male, se non fosse che:
il fedele Hachiko, che nasce come cane da guerra giapponese, una volta messo in giardino, ha morso il postino, la zia ed il nipotino; gli Husky così bellini nei film, si scopre che ululano, devastano e si danno alla fuga appena possibile; il pur piccolo Jack Russel, che nasce come un cane da tana, è un impavido guerriero senza paura, molto territoriale e poco propenso ad accettare estranei… Ora è la volta del Malin o Pastore Belga: si scoprirà presto che richiede 10 volte più attenzione di altre razze, che odia star da solo e vive in simbiosi costante con un padrone che non vuole condividere con nessuno, per cui può diventare aggressivo in maniera devastante cogli estranei. Si scoprirà poi che essendo molto intelligente, detesta annoiarsi, quindi necessita di stimoli continui, e se non gliene vengono forniti, i passatempi se li inventerà lui e non saranno quasi mai piacevoli per il suo proprietario, sempre responsabile in solido dei danni che causerà.
A tutto questo va aggiunto che, quando un film fa aumentare a dismisura la richiesta di una certa razza, molti allevatori bisognosi di guadagnare cominciano a sfornare cuccioli di quella razza, senza guardare troppo per il sottile alle nozioni più elementari di selezione, per cui a quanto sopra si aggiunge la possibilità che i cuccioli portino con sé tare ereditarie tipo debolezze strutturali e caratteriali. E la frittata è fatta.
La bella favola può non essere a lieto fine insomma.
Nella migliore delle ipotesi il cane finirà confinato in un box in giardino; nella peggiore, verrà fatta la rinuncia di proprietà e finirà in un canile comunale.
Morale.
Belli, bellissimi i film di animali che hanno per protagonisti i cani, ma quando decidete nella vita reale di possederne uno vostro, sarà meglio che analizziate con buon senso la vostra prossima mossa: quali risorse avete a disposizione? Quanta attitudine naturale avete verso il mondo animale? Per quanto tempo vi assentate da casa e quanto ve ne resta da poter dedicare al vostro cane? Quanti e quali spazi potrete mettergli a disposizione? Ecc… Consiglio d’oro puro!